Della grande capacità di chi, non essendo cresciuto tra gli agi, sa rimboccarsi le maniche forgiare il proprio carattere e il proprio destino. Giovane, povera e vedova, donna Cuncetta affrontò la vita con grande coraggio crescendo da sola le sue tre figlie. Determinata a riscattarsi riuscì con la sua tenacia a costruire, alle pendici dell’Etna, un patrimonio terriero costituito da uliveti della pregiata varietà nocellara.

Trascorreva ore e ore a contatto con la sua terra e i suoi alberi, assistendo personalmente alla potatura e a tutte le operazioni necessarie alla miglioria degli uliveti. Cuncetta era come i fiori di campo, quelli che nascono e crescono, nonostante tutto, ai bordi delle strade, oppure in mezzo alle scarpate, che nessuno ha seminato, curato, innaffiato, ma che nonostante tutto superano in bellezza e resistenza il più altezzoso dei fiori coltivati.

Fu esempio per tutti ma soprattutto per quelle donne che rimaste sole spesso avevano grandi difficoltà ad andare avanti. Sarebbe ancora oggi figura di grande modernità dalla quale trarre ispirazione, per la sua determinazione, resilienza e lavoro instancabile, un modello a cui attingere per superare le sfide della vita, esattamente come lo fu per moltissimi allora.